Nelle prossime puntate di Tradimento, il viaggio interiore di Oylum raggiungerà uno dei momenti più drammatici ed emotivamente devastanti della seconda stagione. Dopo essere stata colpita dalla sconvolgente rivelazione che Güzide e Tarık non sono i suoi veri genitori biologici, la giovane donna, spinta da un misto di rabbia, dolore e bisogno di appartenenza, decide di andare alla ricerca del suo vero padre. È una missione carica di speranza, nella speranza di riempire almeno parzialmente quel vuoto lasciato dalla perdita prematura della madre biologica, una figura che Oylum non ha mai conosciuto ma la cui morte l’ha comunque profondamente segnata.
Con l’aiuto di Celal, fedele collaboratore di Kahraman, Oylum riesce a ottenere l’indirizzo dell’uomo che crede possa finalmente darle qualche risposta. L’emozione è palpabile: nella sua mente si dipinge la scena di un incontro intenso, forse complesso, ma che potrebbe darle il tassello mancante della propria identità. Tuttavia, una volta giunta sul luogo, si ritroverà catapultata in un incubo. Ad accoglierla non ci sarà un volto, ma una bara: l’uomo che tanto desiderava conoscere è morto il giorno prima.
Oylum resta immobile, paralizzata. Davanti a lei si apre una scena funebre: parenti e amici piangono un uomo che per lei era un estraneo, ma che al tempo stesso rappresentava un intero universo di possibilità perdute. In quella stanza piena di dolore, la giovane sarà sopraffatta da una tempesta di emozioni: rabbia, frustrazione, tristezza, ma soprattutto un senso di profondo abbandono. Ancora una volta, il destino le ha strappato via la possibilità di scoprire se stessa.
Questa tragica scoperta rappresenterà una frattura irreparabile. Non potendo conoscere né la madre né il padre biologico, Oylum dovrà ora affrontare la realtà: non esistono più legami tangibili con le sue origini. E non è tutto. Emergono verità ancora più crudeli. Non si è trattato di uno scambio accidentale in ospedale: Tarık, incapace di accettare la disabilità del figlio nato con Güzide, ha architettato tutto. Con la complicità di un medico corrotto, ha dato via il neonato e ha fatto adottare a Güzide una bambina appena nata, figlia di una donna in difficoltà: Oylum.
Quando Güzide scoprirà la verità, il suo mondo crollerà. Non solo realizzerà che la figlia che ha amato è stata frutto di un inganno, ma capirà anche di aver perso per sempre il figlio che desiderava proteggere. La donna sarà devastata, e il rapporto tra lei e Tarık sarà completamente distrutto.
Oylum, dal canto suo, si sentirà tradita in ogni fibra del suo essere. Aveva sperato che si trattasse solo di un errore, di un malinteso risolvibile. Ma ora tutto è perduto: la sua origine rimarrà per sempre un mistero. Nessun documento, nessuna traccia, nulla a cui aggrapparsi.
Kahraman, suo marito, cercherà di starle vicino, ma si renderà conto che nemmeno il suo amore né la presenza del piccolo Kaan riescono a lenire il dolore che la consuma. Per questo decide di agire. Vuole aiutarla a ritrovare le sue radici, o almeno a dare un senso alla sofferenza che la tormenta. Affida a Celal l’incarico di scoprire tutto il possibile sulla vera famiglia di Oylum.
In pochi giorni, Celal riesce a ottenere nuove informazioni che cambiano tutto. Scopre che la madre naturale è morta cinque anni prima, consumata dal dolore dopo essere stata abbandonata dal marito. Una notizia che sconvolge Oylum. Ma c’è di più: il padre biologico è ancora vivo e vive non lontano. Kahraman è pronto a darle l’indirizzo, ma Oylum rifiuta. Ha troppa paura. Paura di essere respinta, di provare un altro dolore, di scoprire che quest’uomo, che ha contribuito alla sua nascita, l’ha anche abbandonata.
“Non mi interessa conoscere mio padre. Non voglio avere a che fare con un uomo che ha tradito sua moglie al punto da condurla alla morte,” dirà Oylum con voce tremante ma determinata. Le sue parole lasceranno Kahraman senza fiato, ma non arrendevole. Con dolcezza le farà notare che un giorno potrebbe pentirsi di non aver tentato almeno una volta. Di non aver guardato negli occhi chi ha contribuito a metterla al mondo.
Quelle parole, seppur sussurrate, accenderanno una scintilla in Oylum. Passerà una notte insonne, tormentata dai pensieri. Alla fine, cederà a quel desiderio profondo e mai del tutto soffocato: conoscere la verità. Chiederà a Celal l’indirizzo. Ma vorrà affrontare quel momento con Kahraman al suo fianco.
Quando finalmente giungono alla casa dell’uomo, trovano un’atmosfera stranamente silenziosa e cupa. I volti delle persone sono tesi, segnati dal dolore. Una donna si avvicina e con voce rotta sussurra la frase che nessuno avrebbe voluto sentire: “Mi dispiace, è arrivata troppo tardi. Tuo padre è morto ieri. Il funerale sarà tra poche ore.”
Oylum vacilla. Il suo respiro si fa affannoso, il cuore batte all’impazzata. Si avvicina lentamente alla stanza dove giace il corpo dell’uomo. Non c’è stato un abbraccio, né una parola. Solo silenzio, lutto e la consapevolezza che la verità è arrivata troppo tardi. Il tassello mancante resterà per sempre incompleto.
La scena sarà straziante. Mentre osserva le persone piangere quell’uomo che lei avrebbe voluto conoscere, Oylum capirà che la sua vita è stata segnata da una lunga catena di tradimenti, menzogne e scelte altrui. Ma forse, proprio da quel dolore, potrà nascere una nuova consapevolezza: che ora sta a lei decidere chi essere, con quali verità convivere, e quale storia scrivere da oggi in poi.
Fine anticipazione.