Nel cuore turbolento di Midyat, un nuovo capitolo si apre tra le famiglie Aslanbey e Sadoglu, e con esso, una catena di eventi sconvolgenti che cambieranno per sempre il destino di tutti.

È il giorno della grande decisione: i Sadoglu e gli Aslanbey si incontrano nella piazza principale per annunciare ufficialmente alla popolazione se la tanto attesa pace sarà finalmente firmata. Ma Aslan, astuto e manipolatore, ha già seminato il dubbio tra la folla. Facendo parlare alcuni uomini in modo mirato, insinua che Nasuh sarebbe un codardo se accettasse una tregua con Azize. Il piano funziona: colpito nell’orgoglio, Nasuh si rifiuta di fare pace. Azize, una volta temuta matriarca, viene pubblicamente umiliata.

Firat, che aveva intuito l’imminente fallimento dell’accordo, agisce in anticipo. Compra i biglietti aerei per Miran e Reyyan, pregandoli di lasciare Midyat e salvarsi da una guerra che non finirà mai. “Anche se restate, l’odio non avrà fine,” dice con dolore. Miran e Reyyan accettano, ma il loro sogno di fuga dura poco. I Sadoglu li rintracciano, e con la minaccia della morte di Miran, Reyyan è costretta a tornare. È una sconfitta dolorosa, ma lei decide di lottare a modo suo.

Nei giorni successivi, la procedura di divorzio tra Reyyan e Miran ha inizio. Ma Reyyan non vuole perdere Miran. Con astuzia e disperazione, mente a Hazar dicendogli che aspetta un bambino. Questa bugia la protegge: Hazar si rifiuta di spingerla al divorzio. Ma il resto della famiglia è convinto che il legame tra i due sia finito per sempre.

Nel frattempo, Aslan, soddisfatto per il rifiuto della pace, chiama sua madre per raccontarle del trionfo. Sultana esulta nel sapere che Azize è stata sconfitta davanti a tutto il paese, il suo orgoglio calpestato. Ma non sa che il destino ha in serbo una sorpresa molto più grande e pericolosa.

Poco dopo, mentre ancora parla al telefono con Gonul – che la rimprovera per averle nascosto la proposta di pace – Sultana si siede per sbaglio sulla bambola di Gul e la getta con disprezzo. Ma qualcosa cattura la sua attenzione: una lettera nascosta dentro il giocattolo. Con mani tremanti la estrae e la legge. È una confessione sconvolgente scritta da Dilshah: Miran è figlio di Hazar.

Sultana rimane paralizzata. Non solo Azize ha cresciuto il figlio del nemico, ma ha anche trasformato quel figlio in uno strumento di vendetta contro suo padre. Per trent’anni ha costruito una menzogna, spingendo Miran a odiare e distruggere ciò che in realtà gli appartiene per sangue. Sultana capisce che tutto è stato orchestrato con un odio antico, ma forse, radicato in qualcosa di più oscuro della vendetta stessa.

E se la lettera fosse solo l’inizio? Se Dilshah fosse ancora viva?

Quella notte, Sükran – la nonna di Reyyan – si sveglia improvvisamente. Una figura femminile vestita di nero appare davanti a lei. “Chi sei?”, chiede con un filo di voce. La donna svanisce nell’ombra. Sükran corre fuori, ma riesce a scorgere solo la sagoma che si allontana. Con le lacrime agli occhi sussurra: “È un miracolo… è Dilshah.”

Nel frattempo, le tensioni tra Reyyan e Miran si intensificano. Entrambi si amano disperatamente, ma sono imprigionati da un destino crudele. Le bugie, gli inganni e i fantasmi del passato li separano come muri invisibili. E mentre loro cercano di ritrovarsi, il mondo intorno a loro crolla pezzo dopo pezzo.

Azize, sempre più sola, sente che il cerchio si sta stringendo. La sua autorità vacilla, la sua credibilità è in frantumi. E adesso, il segreto più oscuro della sua vita rischia di esplodere. Se il mondo scopre la verità su Miran, non sarà solo disonorata: sarà distrutta.

Aslan, dal canto suo, si sente ormai il vero erede della famiglia. Con Azize in declino e Miran travolto da rivelazioni shock, lui si prepara a prendere il potere. Ma ignora che dietro le quinte, Reyyan e Sultana stanno unendo i tasselli di un puzzle che potrebbe rovesciare ogni cosa.

E a Midyat, dove la vendetta è la legge e l’amore è una debolezza, ogni segreto ha un prezzo… e la verità, quando arriva, può uccidere più di una pallottola.